Il nome "candela" deriva dal latino "candere", che significa risplendere, illuminare nel buio.
E non a caso la luce delle candele ha accompagnato grandi eventi della storia, ha ispirato pittori e artisti affascinati dalla possibilità di riprodurre la luce, ha evocato riflessioni e meditazioni a scrittori e filosofi, ha allontanato per secoli, non solo metaforicamente, le tenebre della notte.
Tra le testimonianze archeologiche più significative vi sono senza dubbio quelle dell'antico Egitto: piccole torce con uno stoppino imbevuto di grasso animale.
I primi, però, a fabbricare candele in quantità "industriale" furono i Romani, che le confezionavano con grasso solido estratto dall'adipe di montoni e buoi, usando come stoppino cordicelle o funi di canapa imbevute di resina.
Anche se, dall'avvento della luce elettrica, la candela ha perduto il suo ruolo principale di fonte di luce casalinga, la funzione primaria di ogni candela è l'illuminazione.
Ma i tempi stanno cambiando, si sa, viviamo in un mondo che va troppo in fretta. Ed è per questo che, sempre più spesso, abbiamo bisogno di soffermarci, rallentare, per ritrovare la giusta dimensione.
Le candele ci aiutano anche a questo, ricordandoci magicamente lo scorrere naturale del tempo. Un tempo scandito dal lento consumarsi della fiamma, anzichè dallo splendere asettico della luce elettrica, un modo semplice per ritrovare se stessi e gli altri.