La medicina popolare è sempre stata strettamente legata ai rituali e alla magia. Un tempo, presso molte culture, guarire i malati, fumigare le abitazioni con l'incenso e profumare il corpo (o imbalsamarlo da morto) erano considerate operazioni divine, da effettuarsi secondo precisi rituali religiosi.
L'utilizzo, poi, di alcune piante, considerate magiche, era riservato a pochi conoscitori. L'erboristeria occidentale fu per molti secoli dominata dalle teorie greche degli elementi, degli umori e dei liquidi organici. In seguito, le ricerche di Ippocrate prima e di Galeno poi hanno evoluto questo sistema, fino allo sviluppo, intorno alla fine del XVIII secolo del fisiomedicalismo di Samuel Thomson.
I rimedi erboristici si preparano in diversi modi, a seconda della pianta e della concentrazione di sostanze utili: è infatti importante ricordare che ciò che è veramente efficace in una pianta è il fitocomplesso, ovvero quell'insieme di sostanze biochimiche che si attiva grazie all'interazione dei vari costituenti che si potenziano reciprocamente. Per cui quando assumiamo l'estratto di una pianta, sia esso in gocce o in compresse, non stiamo assumendo soltanto un principio attivo, ma un pool di principi attivi, un fitocomplesso, appunto.