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La capacità rigenerativa del cervello

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La scoperta, frutto del lavoro di un team del Neurosciences Institute Cavalier Ottolenghi dell’Università di Torino, deriva da una lunga analisi che ha avuto per oggetto i delfini, mammiferi privi di olfatto.
Il Cervello e i suoi limiti rigenerativi
Che il cervello umano sia un organo straordinario, ritenuto la macchina più complessa dell’universo, è cosa nota ma ha un enorme limite: le capacità di generazione neuronale sono estremamente basse, rendendo i danni cerebrali impossibili da trattare.
Secondo gli studiosi i processi riparativi e rigenerativi del cervello umano sarebbero andati perduti per ragioni evolutive. Infatti, nell’uomo, l’olfatto è diventato meno importante per la sopravvivenza, motivo per cui la regione del cervello interessata da questo processo è meno attiva.
Cosa hanno in comune umani e delfini
Per i motivi citati sopra il team di ricerca ha deciso di studiare la stessa regione cerebrale nei delfini, sapendo che questi fantastici animali non hanno l’olfatto.
L'assenza dell'olfatto nei cetacei non è assoluta, ma acquisita con l'evoluzione circa 40 milioni di anni fa, quando questi mammiferi marini abbandonarono la vita terrestre per tornare in acqua.
Sono state studiate 12mila sezioni cerebrali ottenute da dieci esemplari di delfino (tutti trovati morti) appartenenti alle specie stenella striata (Stenella coeruleoalba) e tursiope (Tursiops truncatus). I risultati confermano che la regione esiste, ma che non produce neuroni. L’assenza di neurogenesi adulta nei delfini, in realtà mancante già dalla nascita, dimostra che il fenomeno è indissolubilmente legato all’esistenza della funzione olfattiva.
È la prima volta che viene evidenziato un dettaglio di questo tipo negli animali. Il risultato suggerisce che la neurogenesi è dunque strettamente correlata col senso dell'olfatto; non a caso essa è particolarmente sviluppata nei topi, dove questo senso è fondamentale per la sopravvivenza (riproduzione e ricerca del cibo).
L’importanza dell’olfatto
L’olfatto ancora una volta dimostra essere uno dei sensi più importanti e ahimè sottovalutati dell’uomo. Legato alle emozioni e all’esperienza, funge da bussola orientativa in molte delle nostre decisioni soprattutto istintive e a livello inconscio. La società moderna ha cercato di reprimere questo senso primordiale, annientandolo con odori sintetici e inquinamento, fortunatamente proprio dalle neuroscienze e dalle nuove ricerche emerge che è indispensabile per la nostra sopravvivenza.
Coltivare ed educare i nostri sensori olfattivi è una buona abitudine che dovremmo fare nostra ampliando così la nostra conoscenza e migliorando la qualità della nostra vita.

Liberamente tratto dal blog di Flora

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