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Tè verde e prostata.

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Ora, uno studio dell’ Università di Parma e dell’ Università di Modena e Reggio Emilia ha dimostrato di essere particolarmente efficace nel prevenire il cancro alla prostata.

Il team coordinato dal dottor Saverio Bettuzzi ha osservato l'effetto del catechine, sostanze contenute nel tè verde, su 32 uomini con lesioni pre-maligne alla prostata.
I 32 volontari hanno preso tre dosi quotidiane di catechine (GTCs), 200 mg per dose; il gruppo di controllo, altre 30 persone, ha assunto invece un placebo. Tutti sono stati sottoposti a biopsie dopo sei e 12 mesi.

Tra coloro che avevano preso 600 mg al giorno di GTCs si era verificato solo un caso di cancro, viceversa nove casi si erano registrati nel gruppo placebo, in accordo con il tasso del 30 per cento di incidenza del tumore previsto per questi individui ad alto rischio cancro.

La dose assunta corrisponde a circa 10/20 tazze di tè al giorno, per noi un quantitativo elevato, ma che invece è simile a quello consumato nei paesi orientali.

Per mantenerne inalterati i principi attivi, però, bisogna saperlo preparare correttamente: metterne un paio di grammi sul fondo della tazza, e riempirla con una parte di acqua fredda ed una di acqua calda.
L’acqua bollente, infatti, deteriora le foglie di tè verde. Dopo averlo lasciato in infusione per due-quattro minuti, filtrarlo, aggiungere eventualmente limone e zucchero, ma ricordarsi di non aggiungere latte, perchè proprio la caseina del latte rischia di neutralizzare i polifenoli, le componenti più benefiche del tè verde.

Tutti gli uomini coinvolti erano ad alto rischio di cancro perchè presentavano una neoplasia prostatica intraepiteliale, cioè una lesione pre-maligna che predice lo sviluppo del cancro in un terzo dei casi entro un anno e per le quali non c’è alcun trattamento disponibile.
"Numerosi studi preliminari, anche nostri, hanno dimostrato che le catechine del tè verde, o EGCG puro (il componente principale delle catechine), inibiscono la crescita delle cellule malate in modelli di laboratorio", ha ricordato Bettuzzi "per questo il nostro intento era di vedere se le catechine avessero lo stesso effetto preventivo sull’uomo”.
Le catechine, molecole di per se innocue sull’uomo, mirano dritto alle cellule del cancro alla prostata inducendole a suicidarsi, ma lasciando intatte le cellule sane. I ricercatori italiani hanno anche identificato il possibile bersaglio d’azione dell’EGCG, il gene Clusterina, che induce il suicidio cellulare.
Il dottor Bettuzzi ha rilevato che la dieta Mediterranea, ricca di vegetali, è associata a ridotto rischio di cancro alla prostata, analogamente a quel che si vede in Cina dove si consuma molto tè verde.

La prevenzione, è il miglior modo di combatterlo.

Liberamente tratto da Italiasalute.it


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