A primavera inoltrata sono in commercio le cipolle fresche, particolarmente piacevoli al gusto perché il sapore piccante tipico di questo ortaggio è in questa stagione poco pronunciato.
È dunque l’occasione giusta per portarle con maggior frequenza sulla tavola, anche per approfittare delle notevoli proprietà terapeutiche.
La cipolla, infatti, attiva tutte le funzioni organiche, è antibatterica e antinfettiva, stimola la funzionalità renale favorendo l'eliminazione delle scorie azotate e combatte i vermi intestinali.
Il suo consumo è particolarmente consigliato ai diabetici. Che la cipolla riuscisse, infatti, a controllare la glicemia già lo si sapeva almeno dal 1923 (“Biochemical Journal” n.17/1923), un dato confermato più tardi da numerose ricerche condotte soprattutto nel decennio tra il 1970 e il 1980 (“Diabetes Care” n.3/1980). Questo ortaggio assicura salute e longevità.
A questo risultato contribuisce sicuramente anche la capacità della cipolla di prevenire le malattie cardiovascolari, visto che abbassa il tasso di colesterolo e riduce la viscosità sanguigna (“Preventive Medicine” n. 6/1987). Il rinnovamento del sangue e dei liquidi organici promosso dalla cipolla e il ringiovanimento cellulare che ne consegue hanno un effetto benefico su tutte le persone che soffrono di artrite e di artrosi.
La cipolla, specialmente in primavera, andrebbe mangiata cruda: riesce così a trasferire integralmente al nostro organismo tutte le sue potenzialità terapeutiche.
La cipolla è comunque utilizzata spesso anche cotta, come base per eccellenti passati di verdura, saporiti minestroni e ricchi risotti. A proposito di cottura, quella in piena acqua è sicuramente la meno consigliabile se ci interessa mantenere il più possibile integri i principi attivi dell’ortaggio. A meno che l’acqua di cottura non venga recuperata per essere, ad esempio, bevuta come salutare decotto oppure per cucinare dei cereali.